giovedì 6 giugno 2013

Un monito particolare va agli avvocati, quando redigono l’atto di ricorso per l’assegnazione del minore: attenzione a non fare richieste esagerate come quella qui sopra descritta (ossia chiedere che il minore viva, a settimane alterne, presso entrambi i genitori): oltre alla soccombenza, si rischia la revoca dell’affidamento condiviso.

Separazione: perde l’affido chi vuole dividere il figlio a settimane alterne

Pertanto, il genitore che, nel ricorso per l’assegnazione del figlio, faccia istanza al tribunale per ottenere l’assegnazione del minore a settimane alterne o a giorni alterni dimostra una incapacità di immedesimarsi nelle esigenze del figlio, che ha invece diritto a una residenza preferenziale. È questa la massima appena fornita dal Tribunale di Trieste .
Il minore, infatti, non è un oggetto da possedere e palleggiarsi, ma è un essere umano con diritti propri. I genitori spesso dimenticano questo e, nell’interesse solo di soddisfare la propria genitorialità, finiscono per dimenticare la sensibilità dei figli.

La giurisprudenza non consente, dice il tribunale di Trieste, neanche nel caso in cui i genitori vivano in due appartamenti dello stesso edificio, il palleggio come a ping pong della prole, irrispettoso della dignità del minore. Infatti, in questo modo, si rischierebbe di arrecare un serio danno alla serenità di questi, cui va garantita una residenza preferenziale.

 

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